La passata di pomodoro Terre Italiane
Ad osservarle adesso, stipate in fila sui bancali e in attesa della nobile etichetta, prende colore una gioia che non ti aspetti, prima ancora che la soddisfazione. Una gioia rossa, come la passione che ognuno a suo tempo ha messo, rossa come la polpa dolcissima conservata dentro il vetro. E la sorpresa infinita di chiedersi come faccia a stare tutto dentro a una bottiglia. A cominciare dall’odore fresco dei campi di collina, dall’aria leggera e profumata di fiori selvatici e frutti di bosco, dalla persistenza necessaria della pioggia, dalle albe di rugiada che hanno nutrito i pomodori e dai tramonti che li hanno maturati. Le fatiche patite da chi, anno dopo anno, si danna l’anima per far fruttificare la terra che l’ha nutrito; gli impegni presi e le promesse fatte perché proprio di queste terre si raccogliesse il frutto; i contrattempi e i mancati appuntamenti sofferti proprio quando era tempo di raccogliere; l’impegno di chi ha dato fiducia per prima e di chi non si è arreso e ha cercato soluzioni alternative prima di prestare a sua volta fiducia ad altri; i sorrisi sbocciati man mano che le bottiglie vuote venivano riempite, assieme alla cura e all’esultanza nel veder l’idea cullata prendere pian piano forma. Tutto questo dentro a ciascuna bottiglia e lo stupore crescente derivante dalla ritrovata conferma che, come la bontà di un abbraccio discende dalla bontà dei sentimenti da cui nasce, così la bontà della nostra conserva discende, oltre che dalla polpa fresca dei pomodori dolcissimi, dall’essere riusciti a fondere nel fecondo abbraccio di una promessa passione per la terra, rispetto delle persone e il più tenace impegno. Vi lasciamo con una piccola raccolta di momenti.